Il mio guilty pleasure.
Le domande che ho sempre voluto fare.
I commenti sussurrati a voce troppo alta, un sorso dopo l’altro.
Il coraggio che ho scoperto di avere la prima volta che ho detto “no”.
E anche la prima in cui sono riuscit* a lasciarmi andare.
Le parole taboo. I corpi svelati. Le canzoni cantate al vento. Il caldo di un abbraccio. La mente che ronza. I piedi che s’impuntano. Uno sguardo aperto sui mondi possibili.
FLUSSE
di idee
d’identità
di immaginari.