Nella giornata di ieri, mercoledì 28 aprile, una rappresentanza delle associazioni che animano Porto Burci ha incontrato l’assessore all’istruzione e alle politiche giovanili del Comune di Vicenza, Cristina Tolio.

C’è una buona notizia: l’amministrazione ci ha comunicato che lo spazio rimarrà centro culturale e di aggregazione giovanile, in quanto la destinazione d’uso è vincolata per almeno altri 5 anni in forza di un contratto non meglio specificato.

Sarebbe bastata una verifica tecnica prima di comunicare a gran voce (luglio 2020) l’ipotesi di destinare lo spazio alla Fondazione Universitaria o all’Istituto Fogazzaro, per capire che l’unica strada percorribile consiste in una nuova procedura per l’affidamento dello spazio. E questo è ciò che avverrà; rimangono da capire le tempistiche, le volontà e le caratteristiche delle attività che l’amministrazione vorrebbe vedere sviluppate in questo spazio. Non è cosa da poco. Soprattutto perché durante l’incontro non abbiamo percepito alcuna valorizzazione del lavoro fatto finora e neppure il riconoscimento del progetto Porto Burci come modello positivo, sia di pratiche partecipative che dal punto di vista economico, in quanto autofinanziato e a costo zero per il comune. Non abbiamo sentito riconosciuto un lavoro che ha portato alle politiche giovanili della città quasi 150 mila euro di finanziamenti che rischiano di essere in parte persi (o non spesi), con tutte le ricadute sul tessuto produttivo, ma soprattutto sociale del territorio che sarebbe stato coinvolto. Non sembra esserci l’interesse ad avere un luogo come Porto Burci in città, anzi non è stata gradita la nostra richiesta di utilizzare i nuovi strumenti messi a disposizione dalla riforma del terzo settore, come la coprogettazione che valorizza il lavoro delle associazioni e sostiene le progettualità dal basso.

Nell’incontro l’assessore ci ha comunicato che l’amministrazione comunale riconoscerà una proroga di circa 5 mesi (156 giorni) alla gestione del centro culturale per i giorni di sospensione del servizio dal 26 ottobre 2020 fino al 30 marzo di quest’anno, data in cui scadeva il contratto di gestione. Non saranno considerati, quindi, i mesi di chiusura durante il primo lockdown, in quanto non sono stati ritenuti dall’amministrazione assimilabili a una sospensione del servizio, sebbene lo stesso fosse vietato dai decreti governativi. Ulteriore dimostrazione della scarsa sensibilità verso le difficoltà che gli spazi culturali stanno affrontando e della difficoltà per questa amministrazione nel riconoscere la cultura e gli spazi di aggregazione come fondamentali per il nostro vivere in società, per sviluppo individuale e la cura del prossimo.Un’amministrazione – tanto più se si appresta a candidare Vicenza a Capitale della cultura – dovrebbe valorizzare esperienze virtuose come quella di Porto Burci e instaurare un dialogo proficuo per raggiungere insieme l’obiettivo che si è prefissata.

Vogliamo quindi rispondere alle decine di cittadini, associazioni, organizzazioni e gruppi informali che ci chiedono continuamente quando riapriranno gli spazi: anche se vediamo intorno a noi molti luoghi riaprire (bar, ristoranti, cinema, teatri, spettacoli, etc…) non sarà possibile aprire alcuna attività a Porto Burci, nemmeno negli spazi all’aperto, fino a che gli uffici comunali non invieranno una revoca ufficiale della sospensione del servizio con l’indicazione dell’inizio e durata della proroga.  

Le informazioni finora raccolte purtroppo non ci danno sufficiente prospettiva; per questo non sappiamo in che modo sviluppare le tante attività, progetti e servizi nati in questi anni.

Non solo ci sentiamo ostacolati nel tentativo di dare una risposta ai tanti giovani e cittadini che qui trovano spazio per realizzare le loro attività e le loro idee, soprattutto siamo rattristati nel constatare che non c’è nessuna volontà di dare continuità a questa esperienza. Se non soffia un po’ di vento non si può navigare. Da buoni marinai, però, abbiamo già invocato Eolo, perchè qui a Porto Burci la barca è già pronta, le vele spiegate e le ancore salpate.

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