UN BANDO PER PORTO BURCI

Porto Burci è frutto di sogni, bisogni e relazioni che in questo triangolo di terra hanno trovato casa e di cui la città ha dimostrato in questi anni di apprezzare il senso e il significato. La nostra determinazione e fermezza nel continuare questo progetto, sono ancora forti e per uscire da questa notte, da buoni marinai, 

ci faremo guidare dalle stelle, ma vogliamo anche la luna.

Porto Burci finalmente è oggi un vero e proprio centro culturale e aggregativo a servizio della città.

Da luogo vuoto ormai da tempo, è diventato, in meno di tre anni, grazie al lavoro e alla determinazione delle associazioni e dei tanti volontari, uno spazio accogliente, stimolante, con una proposta culturale ricca e varia. Ogni settimana centinaia di persone lo fanno vivere, partecipando a corsi, conferenze, workshop e spettacoli, rendendolo sempre più il centro di una comunità trasversale e diversificata, un polo rivolto ai giovani e non solo.

DIAMO I NUMERI (ALCUNI)

Le associazioni che oggi lo gestiscono, con a capofila Legambiente, sono state le uniche a realizzare lo scopo per cui, nel 2014, il Comune di Vicenza, con l’importante supporto economico di Fondazione Cariverona, ha ristrutturato lo stabile con una spesa di 550.000 euro, allo specifico scopo di trasformare l’ex scuola materna in un centro aggregativo destinato alle politiche giovanili.

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UN BANDO PER PORTO BURCI

A seguito degli articoli apparsi sulla stampa locale, da cui si evince l’intenzione del Comune di affidare lo spazio alla Fondazione Studi Universitari di Vicenza e quindi di snaturare la sua vocazione, chiediamo al Comune di Vicenza di non cambiare la destinazione d’uso dello stabile di Contrà Burci. Con questo appello chiediamo semplicemente una cosa: lo spazio rimanga a disposizione della città e dei giovani come centro culturale, formativo e ambientale, come luogo di aggregazione e di sviluppo di pratiche partecipative.

Chiediamo quindi che a scadenza dell’attuale gestione venga pubblicato un nuovo bando per l’affidamento di Porto Burci, tale da permettere ai futuri affidatari di mantenere la natura di questo spazio, tanto apprezzato dalla cittadinanza, e che presenti quindi le seguenti caratteristiche:

MANTENERE LA DESTINAZIONE D'USO: CENTRO PER I GIOVANI DEDICATO ALLA CULTURA E ALLA CREATIVITÀ

A Vicenza, come ovunque, servono centri culturali di aggregazione giovanile per ridare spazi di INCONTRO, CONFRONTO e DISCUSSIONE.
Porto Burci non si limita a colmare le carenze dell’offerta culturale, a dare spazio a iniziative sportive, di danza e teatro, ad essere incubatore di idee in ambito artistico, culturale e sociale, a fornire esperienze di scuola del fare e scuola popolare. Porto Burci, come molti altri centri culturali, ha una FUNZIONE TERAPEUTICA in quanto luogo dove è possibile e incoraggiato stringere RELAZIONI e costruire COMUNITÀ, in un’epoca durante la quale la solitudine è sempre più un male diffuso, in una società che incoraggia in primo luogo le occasioni di consumo, in cui scarseggiano le occasioni di confronto e dialogo, a favore della polarizzazione e dello scontro. Porto Burci è stato ristrutturato nel 2014 con i fondi della fondazione Cariverona per essere destinato ai giovani,  dedicato alla cultura e alla creatività, e ha continuato a crescere dal 2018 seguendo questa direzione. Chiediamo quindi che il bando mantenga questa destinazione d’uso.

DURATA DECENNALE

Un arco temporale sufficiente per permettere una programmazione di ampio respiro, di accedere a bandi e altre fonti di finanziamento che abbiano un impatto maggiore, di fare investimenti più alti. Dare tempo al tempo permette ad un centro culturale di offrire alla città le INIZIATIVE DI LIVELLO che si merita. Non da ultimo, dà l’opportunità di avere un maggiore RISCONTRO ECONOMICO anche sull’economia cittadina, come polo la cui proposta è capace di attrarre a Vicenza l’interesse di persone ed enti di diverso genere.

CANONE DI AFFITTO "ZERO"

come patto di corresponsabilità tra pubblico e privato sociale

Per qualsiasi progetto per cui non siano previsti finanziamenti, un bando non deve prevedere canoni di affitto che ridurrebbero drasticamente la capacità di autofinanziamento dei gestori. L’amministrazione dovrebbe sospendere eventuali precedenti decisioni di alienazione, messa a reddito, dismissione o privatizzazione del bene, a fronte di una procedura di confronto pubblico aperto, che metta in luce l’utilità o meno del progetto per uno specifico bene pubblico, riconoscendone eventualmente la sua redditività civica. Con tale definizione non si fa riferimento solo all’ambito monetario, ma in particolar modo al vantaggio collettivo sociale e culturale del progetto per la città. 

Ad oggi il progetto Porto Burci non incide sul bilancio comunale in quanto completamente AUTOFINANZIATO e AUTOGESTITO (anche utenze, consumabili, pulizie e manutenzioni). Grazie alla visione, alla competenza e alla determinazione delle associazioni che lo gestiscono, è già stato capace di attrarre fondi regionali, nazionali ed europei. Ogni entrata è reinvestita nel miglioramento degli spazi e dell’offerta, in linea con la natura delle realtà che lo gestiscono,  senza fine di lucro. 

VALORIZZAZIONE E RICONOSCIMENTO DEL LAVORO DI RETE TRA ASSOCIAZIONI CHE SVOLGONO PREVALENTEMENTE ATTIVITÀ NON COMMERCIALE

Porto Burci si è dimostrato un vero e proprio “laboratorio”, capace di mettere in evidenza le potenzialità e l’importanza della gestione in rete per le associazioni che lo gestiscono, per le realtà ad esse immediatamente connesse (Centro Capta, Scarp De Tenis, Coordinamento Feste Rock, ANPI, Stivalaccio Teatro solo per menzionarne alcune), ma anche per quei piccoli gruppi (formali e non) che hanno nel tempo attraversato o fatto proprio il centro. Questa scelta si è dimostrata particolarmente preziosa per i cittadini stessi, che trovano nello spazio orientamento, informazioni, facilitazioni nell’accesso ai servizi e alle proposte più adatte alla propria persona. Per questa efficacia su più livelli (città, associazioni, singoli cittadini), chiediamo che a concorrere al bando siano gruppi di associazioni che svolgono prevalentemente attività non commerciale. 

AUTOGESTIONE E INDIPENDENZA NELLE SCELTE ORGANIZZATIVE E ARTISTICHE

Poste le capacità e l’opportunità dei cittadini (singoli o associati) di svolgere attività di interesse generale concernenti il pieno sviluppo della persona umana, la realizzazione dell’uguaglianza sostanziale, la cura e la gestione dei beni comuni, le autorità locali sono tenute a favorire i processi di auto-organizzazione civica e sociale senza lederne l’autonomia.
L’accessibilità degli spazi permette di definirne le regole di accesso sulla base delle prassi di uso e delle pratiche sociali. Questo tipo di autonormazione civica pone le basi sui valori della comunità di riferimento, e facilita il raggiungimento di obiettivi condivisi in modo efficace e trasparente.

VALORIZZAZIONE DEL LAVORO DI VOLONTARIATO E DELLA PROGETTAZIONE PARTECIPATA CON LA CITTÀ

Non sarebbe mai stato possibile realizzare il progetto senza il lavoro di tantissimi e tantissime, che fino ad oggi hanno già dedicato almeno 63.330 ore di volontariato al centro. Tempo, energia, creatività, talento, saperi e competenze dei singoli sono messe in condivisione ogni giorno, al servizio di piccoli o grandi obiettivi. Questi sono definiti in concorso con chiunque abbia un sogno, un bisogno, una proposta progettuale, attraverso lo strumento della progettazione partecipata, che dà l’opportunità a ciascuno di essere cittadino attivo, con l’onere e l’onore di poter disegnare un po’ di più la comunità a sua misura.

Un bando insomma che faccia tesoro dei risultati raggiunti, che dia seguito al processo di rigenerazione e valorizzazione avvenuto in questi anni e che possa diventare un’occasione per la città e per le realtà associative vicentine di confronto sui contenuti, sulle idee e sul futuro di Vicenza.

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